Archive for 14 giugno 2021

Le biciclette di Rosario

Un giorno, negli anni ’70, Fernando camminava distratto nel suo quartiere di Rosario, in Argentina. Improvvisamente, un amico in bicicletta gli tagliò la strada. Passò davanti a lui, senza nemmeno salutarlo. Come se fosse uno sconosciuto. Fernando ci restò male.

Dopo qualche isolato, trovò quella bicicletta legata a un albero. La bicicletta, da sola. Il suo amico non c’era.

Ci tornò il giorno dopo, Fernando. La bicicletta era sempre lì. Intorno a lei non c’era nessuno.

Capì che il suo amico, in quel momento, veniva inseguito dalla polizia argentina, che era stato portato in qualche carcere segreto, dal quale non avrebbe mai più fatto ritorno.

Capì anche, Fernando, che quel ragazzo gli aveva salvato la vita, evitando di salutarlo. Lo avesse fatto, sarebbe finito anche lui negli antri dell’orrore.

“Avevi la morte addosso e hai avuto cura di me”.

Intorno all’anno 2000, le biciclette disegnate sui muri cominciarono a invadere le strade di Rosario. Dove vengono cancellate, il giorno dopo compare una scritta: “Per caso qualcuno ha visto una bicicletta che avevo lasciato qui?”

“Las bicicletas vacias” riflettono, ciascuna di loro, un corpo, uno sguardo, un’assenza; un amico, che non tornerà.

Compongono, tutte insieme, un’opera d’arte urbana e popolare, creata dall’artista Fernando Traverso.

350 disegni. 350 biciclette dipinte a misura reale. Sotto il disegno, in ciascuna di loro si trova un numero seguito da un trattino. E quella cifra: 350.

Il numero dei Desaparecidos nella sola città di Rosario, al tempi di una follia chiamata terrorismo di stato. La memoria dei popoli continua a macinare strade.