Non glielo avrei mai detto che il suo nome mi arrivava come i profumi che attirano e respingono allo stesso tempo, come la tentazione di accarezzare il dorso di un rospetto dorato sapendo che il tuo dito sfiorerà l’essenza intima della viscosità.
Come dirlo a qualcuno se tu stesso non avresti potuto sapere che la sola menzione del tuo nome, il passaggio della tua immagine in un qualsiasi ricordo altrui mi denuda e mi ferisce, mi spinge in me stessa con quella spudoratezza che nessun specchio, nessun atto amoroso, nessuna riflessione spietata possono dare con tanto astio: che a modo mio ti amo e che quel sentimento ti condanna perché ti fa diventare il mio accusatore, colui che per amarmi e per essere amato mi depreda e mi denuda e mi costringe a vedermi come in verità sono.
Julio Cortázar – 62/Modelo para armar
(Traduzione Milton Fernàndez)